Translate

venerdì 30 giugno 2017

Cronaca di un Mondiale Master

"Adesso basta, dall'anno prossimo me la prendo con calma" dissi (e mi dissi) più volte dopo il bronzo ai Mondiali Master di Vermiglio.
Ma si sa, siamo delle bestie strane e non è detto che i programmi vadano esattamente come previsto; tanto più considerando che c'era un debito da saldare con un amico, costretto a saltare il Mondiale sognato da una vita per colpa di un pesante infortunio ma venuto lo stesso a fare il tifo, nonostante la carogna e la delusione.
Così eccoci qua a raccontare l'avventura di un nuovo Mondiale Master, corso ad Andorra come due anni fa, sul percorso della World Cup.....spettacolo!

La trasferta inizia di fatto il venerdì all'uscita dal lavoro: rotta verso Genova in officina per un check-up del mezzo, non volendo lasciare nulla al caso, e siamo sulla rampa di lancio.
Sabato di prova per controllare che tutto funzioni e....porca miseria il mio fedele freno davanti mi abbandona....quindi back dall'incompevole meccanico per una sostituzione della leva freno in extremis.

Domenica di viaggio, partenza alle 6:00 e quasi 12 ore di tragitto per raggiungere Arinsal.
Il lunedì è giorno di verifica tessere ma soprattutto di prova percorso. Facciamo 5 giri e il tracciato sembra un po' più breve rispetto a due anni prima. Discese da guidare, tecniche ma senza passaggi estremi, anche se col socio Carlo studiamo qualche traiettoria "differente" per guadagnare flow.
La salita sulla pista da sci è sempre un muro e il dubbio se tenere il 34t davanti si insinua, considerato che dietro oltre il 42 di pignoni non ne abbiamo... Monto allora il 32t e faccio ancora un paio di giri: la corona più piccola sembra aiutare un po' sulla rampa più dura ma non fa una differenza clamorosa e il fatto di essere abituato alla rapportatura col 34t mi fa temere di perdere un po' il consueto colpo di pedale in tutto il resto del percorso...sono indeciso. Mi ricordo inoltre che due anni fa le sensazioni in gara erano state diverse che nei giorni precedenti e la salita-muro sembrava meno ripida rispetto alla prova percorso. 
Deciso: rischio e rimonto il 34t, o la va o la spacca!



Martedì: mattina con nuova ricognizione sul percorso prima che inizino le prime gare. Oggi approfittiamo della gondola (funivia) per salire da La Massana al bike park di Vallnord, dove si trova il tracciato; nel pomeriggio il cielo sereno ci abbandona e lascia spazio prima alla pioggia e poi ad una vera e propria tempesta di grandine. E' in corso la gara dei Master 4 con il nostro compagno Massimo in corsa....non lo invidio per niente. Appena finita la sua gara facciamo su bici e biker e torniamo in albergo ad "asciugarci le ossa". Nel frattempo la gara dei Master 3 è stata rinviata alle 9 del mattino seguente, giustamente viste le condizioni meteo estremamente sfavorevoli.
Stranamente fino a questo momento non ho sentito quella tensione pre-gara che normalmente mi accompagna prima degli appuntamenti importanti. Da una parte questo mi permette di godermi molto di più la trasferta/vacanza (qualcuno azzarda che mi renda anche più simpatico :) ), dall'altra inizio a temere che senza la giusta tensione in gara possa mancarmi la cattiveria che nei grandi appuntamenti mi permette di dare il 110%.

La mattina di mercoledì 21 giugno, giorno della gara, tutti i dubbi si sciolgono: la tensione è arrivata fin dalla sveglia e dopo colazione il fatto di dover montare le coperture da fango mi permette di tenere un po' più libera la mente.
C'è il sole ma non ci illudiamo, le previsioni danno acqua al pomeriggio e sappiamo che non sbaglieranno.
Arriviamo sul percorso, mangiamo un piatto di pasta e facciamo in tempo a percorrere un giro di prova: è incredibile come il terreno abbia retto alla tempesta del giorno prima, a parte alcune curve è già praticamente asciutto.
Un'ora e mezza prima dello start inizia a piovere, anche con una certa intensità ed a 20' dal via decido di utilizzare le ruote montate da fango: saranno più "nervose" su rocce e radici ma potranno offrire qualcosa di più nei tratti fangosi o erbosi.
Grazie alla medaglia dell'anno prima ho diritto a partire in prima fila e questo aggiunge ulteriore carica. A un minuto dal via si abbassa la musica e scende, oltre alla pioggia, anche un silenzio surreale.....La sirena decreta lo start e partiamo a razzo sul rettilineo di partenza, per poi affrontare una larga S in discesa che cerco di superare evitando incidenti.
Sulla prima salita scatta subito lo spagnolo Guerrero Ortega e fa una ventina di metri di buco, seguito dal francese Spiesser e dal sottoscritto. In cima supero Spiesser e cerco di sfruttare la mia full nei tratti più tecnici per ricucire. Mi rendo subito conto che a ritmo gara la mia lucidità nei tratti tecnici non è la stessa che in prova ma è così anche per gli altri.

All'inizio della seconda salita provo ad agganciare lo spagnolo: la cosa non mi riesce e a fine salita pago lo sforzo e vengo superato da tre avversari. E' incredibile come a 2000m di quota io passi dal sentirmi pieno di energie (fase up) ad una condizione da pugile suonato (fase down) e viceversa nel giro di poco.
I primi due giri mi vedono fare l'elastico fra la 4° e la 7° posizione e con un distacco dal primo che oscilla fra i 15 e i 25 secondi. Mi rendo però conto che sto veramente esagerando nel dare tutto in corrispondenza delle fasi up: se continuo così rischio di saltare letteralmente in aria. Mi sforzo allora di percorrere il terzo giro in maniera meno impulsiva. Resto in 7° posizione insieme al 5° e al 6°, con il 4° a vista. All'inizio del quarto e penultimo giro rompo gli indugi e supero nella prima metà del tracciato due spagnoli e uno svedese il quale, dopo aver girato con Spiesser in 2° e 3° posizione, sta pagando lo sforzo. Inizio l'ultimo giro in 4° posizione a 20" dal terzo ma con soli 5" sul terzetto inseguitore. Ormai non c'è più tattica, si tratta solo di dare tutto. Non riesco a ridurre il distacco dal podio virtuale ed arrivato al muro sulla pista da sci il 34x42 mi sembra un rapporto lunghissimo! Non so come ma scollino comunque senza perdere la posizione, con 5" sul quinto che difendo e mantengo con i denti per l'ultimo mezzo giro. Sull'ultima rampetta lo speaker annuncia l'arrivo del 3° classificato: la medaglia quest'anno purtroppo è sfuggita. Sono comunque veramente soddisfatto per aver dato tutto in una lotta con così tanti avversari di livello veramente vicino al mio, come mai mi è capitato negli ultimi tempi, in cui bastava un soffio per perdere 4 o 5 posizioni.
Per la cronaca, la vittoria è andata allo spagnolo Guerrero Ortega che, ironia della sorte, alloggiava nel nostro stesso albergo (in effetti a vederlo dava l'impressione di uno che spinge forte sui pedali!) e, allo scorso mondiale, era in lotta con me e un altro spagnolo per la 2°, 3° e 4° posizione quando una foratura lo aveva tagliato fuori dai giochi (ecco dove l'avevo già visto!!!!!).



Nel frattempo, mentre cerco di riprendermi almeno vagamente dallo sforzo arriva il mio teammate Carlo, distrutto pure lui dalla fatica ma pienamente contento: la nostra missione Mondiale Master è compiuta!
Mi chiedo se l'anno prossimo me la prenderò con calma ma rinuncio a darmi una risposta.........;)