Premesso che è la mia nuova bici e che vengo da una
Cannondale Fsi (per cui accetto di essere considerato “di parte”) intendo
comunque essere il più obiettivo possibile.
Alla prima occasione utile (il giorno dopo l’acquisto) ho
voluto subito andare alla scoperta di questo mezzo dal quale mi aspettavo molto
e che avevo già potuto testare brevemente due mesi fa. Le condizioni iniziali
erano in parte approssimative, nel senso:
- Posizione in sella a posto solo in teoria (ogni sella necessita di aggiustamenti diversi in quanto la posizione di quello che io chiamo il centro sella dipende sia dalla sua forma che dalla sua morbidezza/rigidità), tanto più considerato che è la mia prima full…
- “Manubrione” extralarge da 760mm (contro i 700mm che uso da alcuni anni)
- Pressione forca e ammortizzatore a occhio, regolazione ritorno idem
- Copertoni montati con camera d’aria e gonfiati circa 0.6 atm più del solito.
Pronti via e già mi sento messo strano: in particolare la
forca sembra avere un po’ troppo sag (almeno per i miei gusti) e la sella
troppo inclinata in avanti mi da l’impressione di scivolare verso il manubrio.
500 metri e mi fermo, aggiungo 10 psi alla forca e cambio inclinazione alla
sella. L’ammortizzatore indica 20% di SAG come consigliato dal buon Fontana, per
cui mi fido e lo lascio così anche se mi verrebbe da gonfiarlo un po’ di più.
Riparto ed inizio la salita, ora l’impressione è di essere
lievemente arretrato di sella ma evito di fermarmi nuovamente e vado vanti così.
Più che altro è il manubrio da 760mm che, allargandomi le braccia, mi fa sentire
lungo sulla bici nella pedalata da seduto: sarà la prima cosa da cambiare per
la prossima uscita. Il lockout al posteriore non è totale: lì per lì rimango
interdetto ma mi rendo conto che all’atto pratico non infastidisce neanche un
(ex)frontista come me e permette invece di filtrare molto bene le vibrazioni.
Finisce la salita, faccio un reset della lefty per essere
sicuro che sia “a puntino”, rigonfio ed inizio il single track: cavolo qui la
bici inizia a rivelare parte del suo potenziale e dopo i primi trecento metri
di tecnico mi viene già da darle confidenza. E’ agile, la guida sembra
vellutata e non ti senti “sulla bici” ma “dentro la bici”; in un certo senso ti
sembra di avere una sorta di guscio protettivo intorno e gli scalci della front
sulle asperità secche qui non trovano spazio. Allo stesso tempo la sento bella
reattiva e spesso la rilancio a sospensioni aperte senza innescare evidenti e fastidiosi
bobbing (odio il bobbing!).
A fine discesa guardo l’ammortizzatore e vedo che ho
sfruttato l’80-85% dell’escursione ma il sentiero non era eccessivamente
cattivo, per cui non penso sia da sgonfiare per sfruttarlo appieno quando
servirà.
Provo un tratto di salita un po’ rotto a sospensioni aperte
e la bici va su bene e molto soft. Lo riprovo a sospensioni chiuse e va forse
meglio al posteriore (mantiene comunque una discreta comodità e risulta un po’
più reattiva) ma peggio davanti: forse dovrei aggiungere qualche psi all’ammortizzatore
per dimenticarmi del lockout su fondi di questo tipo. O magari basterà avanzare
leggermente la sella (cosa che già meditavo) di modo che, caricando un po’ meno
peso sul posteriore, non dovrò agire sulla pressione dell’ammortizzatore. Soluzioni
decisamente da testare alla prossima uscita!
Rimonto in sella verso un single track tecnico in salita e
la trazione mi sorprende: passo su lastre di tufo umide e, senza dover prestare
attenzione a rotondità della pedalata e distribuzione dei pesi, il posteriore
non slitta, nonostante camere d’aria e pressione a 2.1 atm. Scendo e verifico a
piedi se le lastre sono scivolose e… si, lo sono…non dico siano delle saponette
ma non ci camminerei troppo sopra con le scarpe da bici :)
Bello soddisfatto non mi rendo conto che viene buio e,
costretto a tornare verso casa, faccio l’ultima discesa con serie difficoltà
visive. Non distinguo più bene i dislivelli e le contropendenze e ne prendo atto
solo quando la Scalpel SI li ha già digeriti al mio posto.
Oh yes, sono decisamente soddisfatto è già pianifico cambio
manubrio, passaggio a tubeless e accorgimenti biomeccanici per il prossimo
episodio. Vedremo se iniziando a spingere veramente a fondo il mezzo confermerà
il potenziale evidenziato all’esordio.
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